La disoccupazione giovanile è alle stelle e ci obbliga a fare una riflessione su quello che il nostro paese deve fare per affrontare quella che è la vera emergenza nazionale. Un paese che si apre ai giovani è un paese che non ha paura del proprio futuro; di contro un paese che li teme e procrastina l’avvio di una loro vita indipendente ed emancipata è un paese in rapida asfissia. Il merito è lo strumento principale attraverso il quale si creano le pari opportunità tra giovani e adulti nel mondo globalizzato.
Tutti i dati economici infatti ci dicono che un neolaureato guadagna molto meno rispetto ad un suo collega senior, che magari è meno formato e aggiornato di lui. Sussistono infiniti privilegi che gli adulti hanno ereditato da vecchi egoismi delle generazioni che ci hanno preceduto, basti pensare al nostro sistema pensionistico e di welfare o ai nostri ammortizzatori sociali: completamente tarati sulle necessità dei padri e mai dei figli.
In Italia poi quasi non esistono strumenti di protezione sociale per i giovani che li incentivino a lasciare la case dei propri genitori per costruirsi una vita o una famiglia, oppure ad intraprendere un’attività imprenditoriale.
Ancora peggio il mondo delle professioni: totalmente chiuso ed autoreferenziale, diviso in ordini e caste che svilisce la mobilità sociale e frena l’innovazione. Per sbloccare la società italiana occorre ripartire dunque dai talenti e dal merito. Anche su questo tema Equality Italia s’impegna a prestare il proprio metodo operativo, che come per le Donne, prevede un versante interno ed un’azione mirata e sinergica verso l’esterno. Tra le prime azioni concrete, l’individuazione di un sistema di scholarship “anti-fuga di cervelli”, sui temi a noi cari dell’approccio concreto e del valore dei Diritti Civili