Gay. Associazioni LGBTI: scandalosa esclusione da corso di formazione MIUR.


miur logo Da parte del governo Renzi «continuano i segnali negativi: le associazioni Lgbti sono escluse dai corsi di formazione del personale del Miur». Lo denunciano, in una nota, le stesse associazioni (Associazione Libellula, Associazione Radicale Certi Diritti, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli, Di Gay Project, Equality Italia, I Ken Campania, Renzo e Lucio, Rete Genitori Rainbow, Stonewall). «Dopo un blocco di 6 mesi, il 18 settembre ci è stato comunicato che l’iniziativa di formazione e sensibilizzazione contro omofobia e transfobia diretta alle figure apicali del Miur riprenderà a ottobre. Formalmente l’iniziativa era stata sospesa per motivi tecnici, in realtà il Ministero non è riuscito a sostenere le polemiche che da una parte della gerarchia cattolica, dell’associazionismo familiare e dall’interno del Ministero stesso erano pervenute contro questa iniziativa. Apparentemente, il programma non ci è stato mostrato, il nuovo corso è stato totalmente internalizzato e rimodulato rispetto al programma iniziale. Ciò significa – osservano le associazioni – che il corso è stato sottratto alle attività della Rete Ready e che le associazioni Lgbti vengono escluse dalla partecipazione. Non sappiamo cosa pensi Unar dell’esclusione della Rete Ready, ma sicuramente troviamo scandalosa l’esclusione delle associazioni Lgbti, il cui coinvolgimento non è solo previsto dalla stessa Strategia (e il Ministero ne era a conoscenza dal primo momento) ma si rende necessario se si vuole fare quel passaggio dalla teoria alla pratica che realmente si può concretizzare nelle scuole italiane, forti delle esperienze ormai decennali che le associazioni stesse hanno su questa materia. Noi teniamo fermo quanto dichiarato dalla prof.ssa Giannini, durante l’incontro con le associazioni Lgbti, sul grande interesse del Ministero a combattere ogni forma di discriminazione e a tutelare ogni ‘alterita». Perchè questo avvenga occorre però – proseguono le associazioni – che il corso si svolga (e questo pare essere garantito) e che si faccia completa chiarezza sul programma e sui soggetti coinvolti«. Si chiede quindi al Ministero e al Ministro personalmente di comunicare ufficialmente le modalità di svolgimento del corso e di salvaguardare l’attuazione della Strategia nazionale Lgbti. 

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