Equality Italia: ai ciechi ed invalidi cancellati i benefici per andare in pensione


L’art. 9, comma 2, della legge n. 113/1985 e, per estensione, l’art. 2 della legge n. 120/1991 danno diritto ai lavoratori dipendenti non vedenti, a loro richiesta, a quattro mesi di anzianità figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto nella condizione medico-legale di “privo della vista”. Con l’entrata in vigore della riforma Monti – sottolinea la vice presidente Simona Clivia Zucchett – che dal 1° gennaio 2012 prevede la liquidazione del trattamento di quiescenza unicamente con il sistema contributivo, si viene a creare una situazione paradossale, quello che è nato come un diritto a titolo di risarcimento per l’attività particolarmente usurante dei non vedenti rischia di trasformarsi in un consistente danno economico per gli stessi lavoratori”.

Infatti i quattro mesi di anzianità figurativa, non rientrando attualmente nel montante contributivo, non valgono ai fini della misura del trattamento finale. Pertanto, Equality Italia chiede al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Prof.ssa Elsa Fornero di individuare la più opportuna modalità di calcolo del trattamento nel sistema contributivo che consenta di computare a ragione di legge il beneficio previdenziale per i non vedenti.

“Si tratta di un problema – conclude Zucchet – ad ampia portata sociale visto che in una condizione analoga si trovano gli invalidi civili, che beneficiano di due mesi di anzianità figurativa per un massimo di cinque anni di attività svolte. Infatti, in assenza di tale adeguamento del sistema di calcolo, che attualmente prende in considerazione solo i contributi effettivamente versati, i lavoratori ciechi ed ipovedenti, potendo usufruire di norme che ancora consentono un pensionamento anticipato, rischieranno nel prossimo futuro di avere trattamenti di pensione estremamente bassi, in alcuni casi molto vicini al minimo della pensione sociale”


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