Dis-orientamenti di comunità: le storie raccontate nella Giornata contro l’Omofobia


Dis-Orientamenti di comunità Ci sono Alessandra e Manuela che hanno portato la loro testimonianza, dell’esperienza vissuta all’interno della Comunità Valdese di Roma fino alla benedizione ricevuta in Chiesa, «per superare il pregiudizio che gli omosessuali sono atei». C’è un giovane dell’Honduras che presto si sposerà in Portogallo. Ma c’è anche chi come Massimo, un insegnante calabrese, spiega di essere stato vittima di violenza «gratuita e selvaggia» in passato.Dis-Orientamenti Equaity Italia
In occasione della giornata internazionale contro l’omofobia che si celebra oggi, lo Spazio Informale di via dei Cerchi a Roma ha ospitato l’evento «Dis-Orientamenti di Comunità», una mattinata di incontro-racconto promossa dall’associazione Equality Italia in collaborazione con l’Assessorato ai Diritti e Pari Opportunità del I municipio. «L’idea è quella di provare a raccontare delle storie dando una testimonianza in positivo. La diversità non è un limite, ma un tesoro, un arricchimento per la comunità», ha spiegato Alessandra Ferretti, assessore alle Politiche Educative e Scolastiche del I municipio, quello del centro storico di Roma. La prima storia testimonia un percorso di condivisione «che e ha portato a suggellare il nostro sentimento» racconta Alessandra. «Provengo da una famiglia cattolica radicata. Dopo il coming out non è stato semplice. L’incontro con Manuela è stato importante per Dis-orientamenti di comunitàriavvicinarmi alla fede». E proprio nella Chiesa Valdese di piazza Cavour a Roma, quella in cui Alessandra e Manuela hanno ricevuto la benedizione nel 2013, e la cui facciata è stata imbrattata da scritte omofobe nei giorni scorsi, è prevista per oggi una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia e trans fobia. «Per fortuna non sono mai stato vittima di discriminazione e razzismo – afferma invece il ragazzo dell’Honduras che vive da 5 anni in Italia – ma voglio dire che non dobbiamo abbatterci e non dobbiamo avere paura. Io sto per sposarmi con il mio compagno, in Portogallo».
Una storia purtroppo di violenza quella di Massimo: «Ho ricevuto un pugno che mi ha distrutto lo zigomo. In più, tempo fa a Roma avevo trovato una stanza in affitto ma la proprietaria mi disse che non affittava a omosessuali ed extracomunitari». «Come insegnante dico: Facciamo in modo cheDis-orientamenti di comunità la scuola sia un luogo in cui imparare a rispettarsi e a convivere». L’ultimo e il più giovane a prendere la parola è stato Edoardo, 21 anni, siciliano. Studia all’università Luiss di Roma ed è presidente dell’associazione Luiss Arcobaleno che contrasta l’omofobia e promuove l’integrazione: «Il nostro messaggio – dice – è semplice: l’omosessuale non deve avere paura, l’omofobo non va ghettizzato e l’eterosessuale va coinvolto. Bisogna dire basta all’omofobia e voltare pagina».
Durante il dibattito si è parlato anche di altri tipi di discriminazione perchè, afferma Aurelio Mancuso presidente di Equality, «la nostra è una rete di persone che cercano di costruire un ponte tra mondi diversi. La nostra è una battaglia su tutta la piattaforma dei diritti». (ANSA) – ROMA, 17 MAG –

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