Con Mara Carfagna non è stato facile rapportarsi durante il primo anno di sua nomina al ministero delle Pari Opportunità. Anche il movimento lgbt italiano l’ha presa in giro, ha esposto gigantografie con pose sensuali ai Pride di quando lavorava nel mondo dello spettacolo. Le persone che più soffrono per la loro condizione sessuale sono scese sullo stesso livello di chi ritiene le donne belle e di spettacolo moralmente non adatte a ricoprire ruoli pubblici. Abbiamo, quindi, dato sfogo alla nostra misoginia, che tanti danni procura alla società e alla cultura italiane. Abbiamo trasformato lo scontro politico e la distanza delle idee a un palcoscenico delle provocazioni e delle risposte ironiche.
Il Ministro ci ha reso la vita dura, era assolutamente non pronta ad affrontare questioni complesse, dai diritti delle persone lgbt alla dignità sociale delle donne, passando per le discriminazioni a causa della provenienza etnica. Con il tempo, anche grazie a un lavoro paziente di ricucitura, Mara Carfagna ci ha stupiti, ha prestato ascolto, organizzato la prima campagna istituzionale contro l’omofobia, una bella campagna contro la violenza sulle donne, ha cercato di comprendere cosa oggi significhi esser soggetti esposti senza tutele. Ha persino chiesto scusa, cosa che non accade mai in politica, davanti al Presidente della Repubblica, per aver sottovalutato l’omofobia e la transfobia. E’ stata, inoltre, praticamente l’unica voce che si è levata per censurare la frase del premier sugli omosessuali.
Insomma, proprio ora che questo Ministro ha intrapreso un lavoro importante, che sta cercando di sostenere anche il percorso parlamentare del provvedimento contro l’omotransfobia, sembra in procinto di lasciare, di passare la mano. Voglio esprimere il rammarico di tante e tanti di noi, persone che operano contro tutte le discriminazioni, per un’ipotesi che interromperebbe un buon lavoro. Con questa maggioranza, nelle condizioni politiche date, nella consapevolezza che alcune questioni non sono nel programma di governo, Mara Carfagna ha svolto un ottimo lavoro, che speriamo possa proseguire.
Aurelio Mancuso – presidente di Equality Italia
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