La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, ha ordinato al Governo di approvare subito il diritto di cittadinanza ai foreign fighters sciiti, che il regime iraniano sta usando nella guerra in Siria. La notizia è stata data dal Mohammad Ali Shahidi, Direttore della Bonyad (Fondazione Religiosa) dei Veterani e dei Martiri.
L’ordine di Khamenei, quindi, è stato già approvato dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale una settimana fa e permetterà soprattutto a centinaia di Afghani, pakistani di ottenere la possibilità di rimanere in Iran stabilmente.
Ricordiamo che molti rifugiati che vivono in Iran, soprattutto gli Afghani di etnia Hazara, sono trattati dal regime come cittadini di terzo livello. Disoccupati cronici e spesso dediti al narcotraffico e drogati, questi rifugiati cercano una nuova vita diventando volontari per i Pasdaran. Ovviamente, le Guardie Rivoluzionarie li usano come carne da macello da inviare in Siria, in cambio della promessa di un permesso di soggiorno e un salario che varia da 400 a 600 dollari. Per la precisione, in Siria, i foreign fighters afghani sciiti sono inquadrati nella Divisione Fatemyoun.
La scelta di legittimare definitivamente questi jihadisti sciiti, fino a poco tempo fa sepolti segretamente in un cimitero di Qom, deriva dalla estrema necessità del regime iraniano di trovare nuovi volontari per la guerra siriana. Gli iraniani, chiaramente, non ci pensano nemmeno a farsi ammazzare per salvare Bashar al Assad. Ecco perché la Repubblica Islamica, invocando sempre il Corano, cerca di avvicinare sempre più disperati, in cambio di una morte da martire o di un passaporto in caso di sopravvivenza.
Cosi facendo, il regime iraniano dimostra di essere il padre naturale del Califfato sunnita di al-Baghdadi. Con la differenza, amara che, mentre contro il Califfato folle di Isis il mondo si adopera per la sua sconfitta, con la Repubblica islamica khomeinista – che ha elevato il martirio a sesto pilastro dell’Islam – si promuovono accordi commerciali e rapporti diplomatici.
Tutto questo senza capire che, proprio dall’indebolimento del potere dell’Iran khomeinista sciita, passa la sconfitta del jihadismo sunnita e di Isis.
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