L’onda rosa delle iraniane che il regime non riesce a reprimere


Alcuni parlano di una vera e propria Onda Rosa, ricordando il movimento di protesta Onda Verde che, tra il 2009 e il 2011, portò nelle strade delle città iraniane migliaia di giovani manifestanti contro il regime. Come noto, purtroppo, il movimento dell’Onda Verde fu duramente represso dal regime e, ancora oggi, i leader di quella protesta – Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi – sono agli arresti domiciliari senza neanche aver mai subito un processo.

Non sappiamo dire se si tratti davvero di un Onda, ma quello che possiamo rilevare è che sono le donne iraniane a guidare spesso la protesta contro la Repubblica Islamica. Si tratta di piccoli ma estremamente significativi gesti di dissenso verso le regole fondamentaliste del regime.

L’ultimo gesto di dissenso è stato quello di una ragazza iraniana che, travestendosi da uomo, è riuscita ad entrare allo stadio di Teheran e assistere ad una partita di calcio (filmando tutto di nascosto e pubblicandolo in rete). Ricordiamo che in Iran, nonostante le promesse di Rouhani e gli annunci di cambiamenti, le donne non possono assistere alle manifestazioni sportive negli stadi, per la presenza di uomini. Famoso è il caso di Ghoncheh Ghavami, una ragazza inglese (con passaporto iraniano) arrestata e detenuta per aver tentato di assistere ad una partita. Il divieto d’ingresso delle ragazze negli stadi, è anche il soggetto di un famoso film del regista iraniano Jafar Panahi – intitolato Offside – premiato con l’Orso D’Argento al Festival di Berlino del 2006.

In queste stesse ore, quindi, un altro video veniva messo in rete dagli attivisti. Il video mostra una donna, intenta a cantare in strada e raccogliere le elemosina. Anche questo gesto, per noi occidentali privo di significato, vale tantissimo nella Repubblica Islamica: in Iran, infatti, le donne non possono cantare come voci singole, ma unicamente come voci di accompagnamento a quella maschile.

Infine, come riporta la pagina Facebook “My Stealthy Freedom” – la mia libertà rubata – sono sempre più numerose le ragazze iraniane che si tagliano i capelli cortissimi (talvolta a zero), come protesta contro la legge che impone il velo obbligatorio. Cosi facendo, infatti, le ragazze sono automaticamente esentate dall’obbligo clericale (My Stealthy Freedom).

Nonostante le repressioni, aumentate sotto la Presidenza Rouhani, le donne iraniane dimostrano una forza di volontà e di libertà civile senza pari. A dispetto della polizia morale, sicuramente, nessun governo riuscirà a silenziare la loro voce!

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