In Iran non ci sono omosessuali. Di Domenico Letizia


gay_iran_bandiera rainbowDi Domenico Letizia*

In Iran l’omosessualità è condannata e repressa. L’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha più volte definito l’omosessualità come abominio contro lo spirito umano ribadendo che in Iran non esiste una comunità omosessuale, non esistono omosessuali, cosa che invece accade negli Stati Uniti. L’ascesa di Hassan Rouhani al potere in Iran è stata salutata come il volto nuovo e sorridente del regime dei Mullah. Ma nonostante l’accordo sul nucleare a Vienna, le strette di mano e i contratti miliardari con le aziende nostrane in questa prima visita europea del dopo sanzioni, l’Iran resta l’Iran. Il codice penale iraniano prevede la pena di morte per alcuni atti di sodomia, intesi anche come rapporti omosessuali. In base al nuovo codice penale islamico varato nel 2013, gli atti omosessuali, tranne che per sodomia, sono puniti con 31-99 frustate (sia per gli uomini che per le donne). La relazione omosessuale tra donne in cui vi è contatto tra genitali viene punita con 100 frustate. Come ha denunciato l’International Lesbian Gay Bisexual Trans and Intersex Association (Ilga), l’Iran è uno dei tre Paesi asiatici in cui l’omosessualità è punibile con la pena di morte, insieme ad Arabia Saudita e Yemen. Tanto che molti omosessuali iraniani vivono da rifugiati in altri Paesi. Nel nuovo Codice Penale Islamico, come riporta il dossier sulla pena di morte in Iran di Nessuno tocchi Caino, approvato nella sua ultima versione dal Consiglio dei Guardiani nell’aprile 2013, il termine “omosessuale” è presentato come un dato di rilevanza penale anche per le relazioni tra uomini, mentre prima era riferito solo a quelle tra donne. In ogni caso, i rapporti sessuali tra due individui dello stesso sesso continuano a essere considerati crimini “Hudud” e soggetti a punizioni da cento frustate fino all’esecuzione. Secondo l’articolo 233 del nuovo codice, la persona che ha svolto un ruolo attivo (nella sodomia) sarà frustata 100 volte se il rapporto sessuale era consensuale e non era sposata, ma quella che ha giocato un ruolo passivo sarà condannata a morte a prescindere dal suo status matrimoniale. Se la parte attiva è un non-musulmano e la parte passiva un musulmano, entrambi saranno condannati a morte. L’Iran rimane inoltre una delle poche nazioni a giustiziare minorenni, omosessuali e donne che si sono difese contro gli stupratori. La maggior parte di queste persone vengono impiccate, spesso in pubblico. Per questo motivo, diverse coppie omosessuali iraniane sono state costrette a fuggire altrove, per poter vivere liberamente la loro sessualità. La fotografa svizzera Laurence Rasti ha immortalato le coppie gay iraniane che si sono rifugiate in Turchia. “Non ci sono omosessuali in Iran” è il titolo del progetto della fotografa svizzera che riprende testualmente l’affermazione che l’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad fece nel settembre del 2007, durante un discorso alla Columbia University di New York, in occasione del quale affermò che “In Iran non ci sono omosessuali”. Le fotografie saranno utilizzate per un progetto editoriale.

Consiglio Direttivo “Nessuno tocchi Caino”

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